Il Natale che vorremmo….

Una Stella vi guiderà. Storie di Angeli, di Luce, di emozioni, di promesse, Storia di Salvezza Attesa, Sperata, Rifiutata.

Il Natale è la festa di coloro che si riconoscono bisognosi di ricevere il perdono, la Pace, tornare a Vita Rinnovata nell’Amore.Ed anche quest’anno è arrivato il Natale, con uno spirito disposto alla gioia, alla festa che questo giorno rappresenta, è giunto il momento più luminoso e significativo di tutto l’anno, atteso da grandi, bambini, credenti e meno. Ogni anno il Natale è un punto di luce. Case, strade e vetrine illuminate ce lo ricordano ma non svelano ciò che significa. Per molti è solo un tempo di vacanza, è fare dei regali o attendere di riceverli. Alcune persone potrebbero dire che è la festa per ricordare la nascita di un uomo di nome Gesù Cristo. Per altri il Natale è semplicemente il compleanno di Gesù. La festa del Natale entrò nel calendario cristiano molto tardi, nel 354 d.C., con l’imperatore Costantino. Nei primi secoli, infatti, i cristiani non avevano altra festa che la Pasqua, che veniva chiamata “Giorno del Sole” perché ricordava la Risurrezione di Cristo. Il 25 dicembre era il giorno in cui a Roma veniva celebrata la festa del solstizio d’inverno e dell’approssimarsi della primavera. Era una festa caratterizzata da un’incontenibile gioia perché il sole ricominciava a splendere. I cristiani presero questa festa pagana perché consideravano Gesù il sole venuto a visitarci dall’alto, per illuminare quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte. I riti, che ogni anno compiamo, ce lo spiegano. Il rito veicola dei contenuti ma non è il fine. Ma qual è il vero senso del Natale, ora, oggi? Ci scambiamo gli auguri di “Buon Natale” senza sapere spesso cosa ci stiamo augurando. Per questo la festa del Natale può trasformarsi in pura formalità, una semplice e ripetitiva tradizione vissuta in modo superficiale e mondano. È bene ricordarci e chiarire che Natale significa “nascita”. Augurandoci dunque buon Natale ci auguriamo “buona nascita”. Ogni giorno dobbiamo ricordare a noi stessi che ci vuole vita per amare la vita.La molla della vita è caricata di continui cambiamenti. In questo tempo in cui siamo proiettati a realizzarci esternamente è bene accogliere un pò di vuoto, di silenzio. Per nascere di nuovo, non si deve fuggire da sé stessi, ma accettare cadute e fallimenti. Il nuovo sorge sempre su ciò che siamo stati, anche se di quel passato in alcuni casi restano solo macerie. La vita partorisce di continuo, devi seguirne il ritmo. È un continuo morire di vecchi equilibri, modi di pensare, atteggiamenti, per stimolare mente e cuore a rinascere con nuove scelte, nuove motivazioni, nuovi interessi. Un altro rito tipico del Natale è il ritrovarsi in famiglia, attorno alla tavola, dove ritroviamo i gusti dei cibi delle nostre tradizioni. In famiglia ritroviamo anche il senso e il bisogno di appartenenza che ci aiutano a superare la solitudine. Fare casa è anche la bellezza e la gioia di raccontarsi per condividere le esperienze e il cammino compiuto. Non chiameremo mai casa un ufficio perché nelle case non esistono gesti formali, ma solo gesti di familiarità che offrono un clima di comunione e di accoglienza. Essere casa è avere cuore e mente attenti, aprire l’anima senza risparmio ai bisogni e alle sofferenze degli uomini, di chi incontri nel tuo cammino e soprattutto di chi ti vive accanto. Sii consapevole di quanto sia stato importante per te, in certi momenti, l’aiuto degli altri, della tua famiglia, perché forse da solo non ce l’avresti fatta. Un’altra usanza del Natale è lo scambio dei doni. Una via privilegiata per entrare in empatia con le persone che incontri e sono a te care. Quando porti un dono vuoi onorare la persona che lo riceve e l’accoglienza che ti viene offerta. In questo scambio si condivide gioia e, se rifletti, puoi intuire che possiedi solo ciò che doni, quello che trattieni non lo possiedi ma ti possiede. A Natale addobbiamo di luci le nostre case, poggiamo candele, punti di luce che toccano l’intimo dell’uomo perché la luce è simbolo di amore e di pace. Tutti abbiamo desiderio di pace. Qualità che tutti possiamo e vogliamo avere come direzione e ritrovare dentro di noi. Apri il tuo cuore alla vera luce: la luce che può illuminare e trasformare noi stessi se nasce dentro di noi, la luce del bene che vince il male, dell’amore che supera l’odio, della vita che sconfigge la morte. Una domanda giunge spontanea: “è questo il Natale che vorremmo?”. Perché porsi questa domanda in un tempo liturgico e laico così carico di emozione, colore, musica che invita al sorriso e alla speranza, vi chiederete. Troppe, infinite volte, senza che ce ne rendiamo conto, fino in fondo, il cuore lo suggerisce, lo spirito lo brama. Il Natale che vorremmo, sì. Esiste per ogni creatura, al di là del credo che professa, una naturale inclinazione alla felicità; si cerca, si lotta per trovare la ricetta della felicità. In festività come queste, è molto facile lasciarsi prendere dalla vena emozionale che aleggia latente in questi momenti. Ci si dimentica, in verità lo facciamo tutti, che il Natale, non è la festa delle lacrime da Gingle Bell o Merry Christams to You… Il Natale che vorremmo poggia su diverse emozioni che facciamo fatica a elaborare e accogliere. Potrà essere Natale veramente, quando accogliamo la vita nella nostra vita, quando le sofferenze di coloro che non hanno più la forza di sperare diventano le nostre sofferenze, non per farcene carico, ma per riuscire a non far finta che non esistono. Sarà Natale che vorremmo quando le lagrime saranno terse dai volti dei senza nome, e anche dei senza volto, in certi momenti, gli ultimi del mondo, quelli che sono in attesa di giustizia, di pace, di essere considerati perché creature, fatte ad immagine del Creatore. Sarà davvero Natale quando amiamo con sincerità, quando impariamo tutti a non utilizzare potere, forza e vanità per schiacciare, umiliare o escludere. Potrà essere il Natale che vorremmo, quando si amerà chi abbiamo accanto, con la semplicità e la bellezza delle fragilità, dei limiti, delle voragini di amore e di desiderio di felicità che accompagna. Sarà ancora Natale se vincendo le proprie paure si va davvero incontro all’altro non considerandolo un limite o un grande ostacolo alla mia libertà, ma una ricchezza e un vero arricchimento di umanità.Nella tavola delle feste poi, abbellite da fiori, candele, colori, piatti e portate di ogni tipo, non lasciamo cadere la possibilità di mettere un piatto vuoto da far riempire per chi forse neanche si aspetta un dono. Non invitando un qualunque per sentirci più buoni o migliori, ma abbracciando chi abbiamo già che aspetta solo un segno, un gesto per sentirsi meno solo, sola, meno infelice, meno respinto dalla vita. Per terminare, sarà davvero il Natale che vorremmo quando ci ritroveremo nella tavola dell’Amore che è cibo che salva, che è cibo di vita eterna, perché è Colui che da Parola si è fatto Carne per essere mangiato da noi, che viene per essere a tavola con noi.

Et Verbum Caro Factum Est! E il Verbo si è fatto Carne!
La Carne che sfama, la Carne che consola, Carne che dona Vita Nuova, che riempie di significato il dolore, la povertà, l’emarginazione, che ripara sempre ferite provocate dall’egoismo, che accoglie chi è escluso, che dona Pace, che guarisce l’impossibile. Che riabbraccia sempre, che più di 70 volte sette è capace di perdono.
Et Verbum Caro Factum Est! E il Verbo si è fatto Carne!
Le tenebre non hanno mai vinto la luce; non farti sopraffare da loro perché non sono l’ultima parola, neppure nella prova, nella malattia, nell’ingiustizia. Non procedere a lungo con il cuore turbato o rattristato, c’è il rischio di spegnere la luce dei tuoi occhi perché a prevalere sono il rancore o il giudizio della tua mente. Ritrova in te stesso la bellezza e la gioia della condivisione. Se lavori con umiltà, perseveranza e determinazione per il bene di tutti gli uomini sarà visibile la tua luce e la tua sarà vera accoglienza. Un cuore riconciliato con il suo passato, vive in pace con sé e le altre creature: è sarà nuova luce, è sarà Natale, è sarà felicità, è sarà rinascita a vita rinnovata, è sarà pace.

 

immagini dal web

Di Consuelo Noviello

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