La felicità è ciò che tutti noi cerchiamo nella vita, ma spesso ci sembra un obiettivo lontano e difficile da raggiungere. Tuttavia, c’è un potere nascosto in ognuno di noi che può aiutare a trovare la felicità: la gratitudine.

Arriva quel momento nel quale qualcosa si complica, un fatto, un evento inatteso che spiazza, che toglie sicurezze, certezze, speranze, gioia e sorriso. Come si fa allora a rendere grazie (questo il significato primo di “ringraziamento”), quando tutto quello che camminava accanto frana, come fare a mantenere vivo il sorriso, come fare a tenere il passo e non cedere alla tentazione di arrendersi? La gratitudine è l’abilità di apprezzare le cose che ci circondano, le persone nella nostra vita, e le cose che abbiamo. Molti di noi vedono solo i problemi e le difficoltà, il che ci porta ad essere costantemente insoddisfatti e incapaci di vedere le cose belle che accadono. Ecco che se iniziamo a vedere le cose sotto una luce diversa e iniziamo a considerare tutto ciò che abbiamo, ci accorgiamo che la nostra vita è più ricca e piena di quanto pensiamo. Essere grati per ogni singolo aspetto della vita ci aiuta a vedere il bicchiere mezzo pieno, a saper apprezzare ogni piccola cosa, e a ricercare la felicità in ogni semplice gesto. La gratitudine è quindi uno strumento potente, con un valore importante che può aiutarci a vedere la vita in una luce diversa. Quando esprimiamo gratitudine, la nostra mente si concentra sugli aspetti positivi della vita anziché sulle cose negative. Questo ci porta a sentirci più ottimisti, al punto da aiutarci a trovare la felicità in ogni momento.

Ma per la psicologia, cosa si intende per “gratitudine”? La gratitudine è uno stato mentale ed emotivo di riconoscenza, apprezzamento e ringraziamento. Si tratta di essere consapevoli delle cose positive nella nostra vita, riconoscendo e valorizzando ciò che abbiamo ricevuto, che sia un gesto gentile da parte di qualcuno, una situazione favorevole o una caratteristica personale. La gratitudine è quindi un sentimento che ci fa riconoscere le fortune che abbiamo, questo ci aiuta a stare con i piedi per terra ad affrontare le difficoltà con una base solida. Ci permette inoltre, di ampliare la nostra prospettiva di vita, rendendoci più consapevoli e vivi. Quando siamo grati, sperimentiamo una maggiore vitalità e vediamo le cose da una prospettiva più ampia. Possiamo persino apprezzare i problemi che ci troviamo ad affrontare. Infatti, la gratitudine non riguarda solo le circostanze positive, ma anche le sfide e gli ostacoli che possiamo incontrare lungo il cammino. Può comportare un apprezzamento per le lezioni apprese attraverso le esperienze difficili o per il sostegno che abbiamo ricevuto durante i momenti di bisogno. In psicologia positiva, la gratitudine viene descritta come il modo umano di riconoscere le cose buone della vita.

Gli psicologi la definiscono come una risposta emotiva positiva che sperimentiamo quando riceviamo o facciamo del bene agli altri. Dalla psicologia passiamo alla Sacra Scrittura, alle indicazioni che possiamo trarre analizzando alcuni brani dei Testi. La gratitudine è un tema importante nella Bibbia. La Prima Lettera ai Tessalonicesi 5:16-18 dice: “Siate sempre allegri. Non cessate mai di pregare. In ogni cosa rendete grazie, perché tale è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi.” Avete notato? Rendete grazie in ogni circostanza. La gratitudine dovrebbe essere per noi un modo di vivere, dovrebbe sgorgare naturalmente dai nostri cuori e dalle nostre bocche. Analizzando la Scrittura in modo più approfondito, capiamo perché dovremmo essere grati e anche il modo in cui esserlo in diverse circostanze. Il Salmo 136.1-12 rende lode a Dio per la libertà ricevuta. Davide scrive: “Ti esalterò, o Eterno, perché tu mi hai tratto in alto, e non hai permesso che i miei nemici si rallegrassero di me. O Eterno, mio Dio ho gridato a te e tu mi hai guarito. O Eterno, tu hai fatto risalire l’anima mia fuori dallo Sceòl, mi hai tenuto in vita perché non scendessi nella fossa. […] Tu hai mutato il mio lamento in danza; hai rimosso il mio cilicio, e mi hai rivestito di gioia, affinché la mia anima possa cantare gloria a te senza posa. O Eterno, DIO mio, io ti celebrerò per sempre“.

Quando ringraziamo stiamo imponendo la verità e la volontà di Dio sopra la realtà delle circostanze terrene. Dovremmo fare spesso l’inventario della nostra vita e farci personalmente questa domanda: possiedo un cuore riconoscente? Ma il vero ringraziamento non è completo finché non è espresso in forma verbale. Molto spesso usiamo parole che sono sconvenienti e deleterie, che imbrigliano la nostra vita piuttosto che “abbondare nel ringraziamento”. La Bibbia non ci insegna ad essere grati saltuariamente o quando sentiamo di farlo. Non è mai coerente l’essere meteoropatici cristiani “del bel tempo”. L’obiettivo verso cui tendere è quello di “benedire il Signore in ogni tempo” (Sal 34,1), quando cioè mi sento e quando non mi sento. Praticando il ringraziamento vedremo cambiare il nostro stato d’animo e questo si riverbererà anche a livello spirituale, ponendoci realmente nella condizione di “rendere continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo” (Efesini 5,20). Senza il ringraziamento la preghiera non è completa. L’apostolo Paolo scriveva ai Filippesi: “Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. E la pace di Dio che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù.” (Fil 4,6-7). La preghiera ha bisogno dell’accompagnamento del ringraziamento.

Come un bambino ha bisogno di essere accompagnato nel suo cammino, fino alla maturità. La gratitudine, quando praticata, è una dolce melodia che porta pace al nostro cuore. Come molti brani musicali raggiungono il loro effetto grazie all’accompagnamento, così la gratitudine ha un grande effetto nella dimensione spirituale. Ricordati quindi, nelle tue giornate e nel tuo quotidiano, di accompagnare sempre le tue preghiere con il ringraziamento, non soltanto per le grandi cose, ma anche per le piccole. La gratitudine è vista come una risposta appropriata alla benevolenza di Dio e alle sue molte benedizioni. La gratitudine è espressa attraverso la lode e il ringraziamento a Dio nelle preghiere e nei salmi, e attraverso la pratica di offrire sacrifici di ringraziamento. Inoltre, la gratitudine è spesso vista come un dovere morale, che si deve coltivare per essere fedeli alla volontà di Dio. Pertanto non perdiamo di vista il dono contenuto e da vivere nell’essere grati, riconoscenti, nonostante le lacrime, le delusioni, le mancanze, se guardiamo con serenità esiste un piccolo seme che spinge alla lode e al ringraziamento.

Prof.ssa Maria Pia Cirolla – Teologa

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