Il principale obiettivo della presenza di Maria nella storia e nel cammino dell’umanità, è proprio quello di riaccendere nei cuori, la fede, la speranza ed una salda certezza del Suo potente Amore di Madre. L’aiuto, la consolazione, il sostegno che provengono da queste braccia ricche di perdono, di considerazione, di vera presenza, stanno ad indicare il valore tra i più sublimi, quello della maternità.

Quanta fatica nel cammino dell’essere umano. Quanto dolore si incontra tra i sentieri di un vivere senza occhi attenti a scorgere doni preziosi scambiati per falsità o inganno. Nel bel mezzo del cammino dell’Avvento, tempo privilegiato di chiamata a conversione, arriva puntuale, una presenza discreta, silenziosa, nascosta che con forza appare nella scena delle nostre meditazioni. L’8 dicembre la Chiesa universale ricorda l’Immacolata Concezione della Vergine Maria, dogma che sancisce la concezione di Maria quale Madre di tutti i credenti, senza la macchia del peccato originale. I grandi misteri della fede, le verità proclamate nei dogmi della Chiesa, sono ben lungi dall’essere meri dati dottrinali, privi di ricadute e conseguenze fortissime nell’esperienza del credente.

Così anche il dogma dell’Immacolata Concezione, promulgato nel 1854 da Pio IX, come credenza di fede già universalmente professato e condiviso dal popolo cristiano, si impone alla nostra attenzione anzitutto per il grande insegnamento. Come poteva Dio non preparare un madre degna di accogliere suo Figlio, l’amato, il prediletto, il totalmente santo? Dio l’ha pensata e voluta da sempre, nel suo imperscrutabile disegno, come una creatura piena di grazia, cioè ricolma del suo amore. Lei pur vivendo nel mondo, inserita nella storia di Israele suo popolo, non è stata però toccata dal male e dal peccato. Anzi, il male in lei è stato sconfitto perché Dio l’ha ricolmata di ogni grazia, salvandola per sua sola misericordia. Guardando a lei possiamo vedere l’immagine di ogni donna e uomo, ogni creatura, come Dio aveva pensato e creato al principio, prima del peccato: possiamo scorgere il nostro vero volto di figli amati, la nostra vera immagine non sfigurata dal male e dal peccato.

Maria si è formata alla scuola dei poveri di Jahwé, una corrente spirituale all’interno dell’ebraismo; si è nutrita dell’ascolto delle scritture dalle quali ha appreso tutta la sapienza ispirata del popolo d’Israele, l’obbedienza amorosa alla legge e alla ricerca della volontà di Dio. Maria è la donna del “”, dell’Eccomi, “ecco-me”, pronunciato non in modo sdolcinato o passivo, ma totalmente consapevole e fiducioso, consegnato al Dio fedele, ritenuto credibile e affidabile. In lei la grazia e la volontà si sono uniti in una danza armoniosa, sino a divenire spazio accogliente nel quale lo Spirito ha potuto compiere le sue meraviglie. Maria ha scelto di scommettere sul Signore, docile alle sue sorprese, per compiere solo ciò che a Lui piace. Non pone limiti a Dio, non lo sceglie quando gli fa comodo o quando desidera miracoli o doni, ma lo accoglie nella sua vita sempre e vive fidandosi di lui. La sua esistenza non è stata facile o priva di prove. Stare con il Signore non significa essere esenti da difficoltà o problemi. Pensiamola sotto la croce di suo Figlio, oppure nella fatica di comprendere le sue parole, i suoi gesti, in quel continuo “ruminare” la Parola affinché si svelasse.

A noi che vogliamo tutto e subito, che non comprendiamo più il significato dell’attesa e della pazienza, Maria ci insegna l’arte della sospensione, del rimanere, dello stare in ogni situazione senza fuggirla, per attraversarla e abitarla nella fede, nella certezza che Dio è con noi. Maria non ha dubitato di Dio e della sua promessa, ha camminato come pellegrina, si è lasciata plasmare dalla vita in cui ha riconosciuto la sua presenza viva e operante. Tutto di lei è stato apertura, il contrario del peccato che porta alla chiusura e all’isolamento: il suo io ha lasciato il posto a Dio. Ha vissuto nell’ascolto di Dio fino a che in lei la Parola si è fatta carne. Guardiamo a Maria, perché ci aiuti a fare spazio a Dio nella nostra vita, convinti che il nostro “eccomi” quotidiano non impoverirà la nostra libertà, ma anzi, ci renderà luminose in quella vita vera. Maria ci insegna che la bellezza è racchiusa in un “” che dice la scelta di una appartenenza: la libertà non è non appartenere a nessuno o a niente, ma scegliere a chi e a cosa donare tutto sé stesse nell’amore, certi di essere avvolti dalla benedizione e dal favore di Dio. Un’esistenza radicata in questa certezza non può che divenire dono verso i fratelli, annuncio della misericordia del Signore che ci ha raggiunto e ha preso “carne” in noi. Maria ci viene proposta all’inizio del tempo di Avvento per prepararci degnamente al Natale.

Avvento significa attesa e l’attesa richiede di guardare oltre il proprio sé. Maria è l’icona dell’attesa in quanto va al di là e oltre i suoi progetti personali, aprendosi a Dio che interpella e sollecita la Sua autentica libertà. Maria di Nazareth ci ricorda che fissare il proprio sguardo (e, quindi, fondare la propria vita) su Gesù non penalizza la propria persona né, tantomeno, la diminuisce; fa ritrovare, piuttosto, l’autenticità del vivere umano. L’Immacolata è donna che accoglie Dio e con questo diviene umanità in grado di donarlo al mondo. Contemplando la nostra Madre Immacolata riconosciamo il nostro destino più vero, la nostra vocazione più profonda: essere amati, essere trasformati da Dio-Amore, accogliere la sua Bellezza, per divenire portatori di Cristo, per essere suoi messaggeri di salvezza. È con e per mezzo di Cristo che possiamo essere generativi di un nuovo pensiero, di una nuova cultura, di una nuova creazione.  Così si esprimeva don Giussani: “Non c’è uomo che non senta l’incombenza del destino (vocazione). Più della nostra origine, noi sentiamo il problema del destino”. Più che la nostra origine, più che la nostra domanda del perché siamo a questo mondo, c’è la ricerca della risposta a dove stiamo andando. In Maria, Gesù ci offre l’ideale della meta del nostro cammino, la tenerezza di una Madre che accoglie e che ama i suoi figli. Buona Festa a Tutti coloro che si sentono figli amati da una così Eccellente Madre.

Prof.ssa Maria Pia Cirolla – Teologa

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