CONVERSIONE: Scelta di coraggio!
Da poco alle spalle tutte le celebrazioni legate all’Incarnazione, è iniziato quello che nella Liturgia viene chiamato “Tempo Ordinario”, ovvero il ritmo della vita accompagnata nel suo tempo comune, ed è quest’anno l’anno liturgico detto “anno pari”. Ma in questa ordinarietà sono collocate alcune celebrazioni che tanto ordinarie poi, in vero, non lo sono. Tra questa accenniamo a quella della Conversione di San Paolo il 25 gennaio prossimo. Che cos’ha di straordinario questo evento e perché parlarne. La memoria di questo fatto, invece, merita la nostra attenzione e cura perché, utilizzando l’esempio di questo, oggi, grande santo che è appunto Paolo di Tarso, si vuole far riferimento ad un vero cambiamento radicale, una scelta di vita che opererà questo uomo di Dio dalla Parola infuocata che taglia come una spada, nella e per la sua vita.
Partendo dalla terminologia “conversione” si intende un gesto concreto: cambiare rotta, cambiare mentalità, tra tutte è la spiegazione che viene data. Il processo di conversione nasce dall’esigenza di dare uno scopo più profondo alla vita e dalla necessità di ottenere delle risposte che ci aiutino ad uscire dal tunnel dell’incertezza e a trovare la verità.
La rinascita spirituale, attraverso la conversione, avviene con un mutamento di cuore che ci induce a cambiare il nostro stile di vita. Questo cambiamento è un evento benefico che ci procura pace e sicurezza, spazzando via il dubbio. Porsi delle domande e poi attivarsi per trovare delle risposte è un percorso necessario che ci spinge ad investigare più profondamente le verità eterne.
Non esistono misteri che il Signore non voglia svelarci, tutto è stato creato per il nostro beneficio, ogni verità è stata rivelata ai profeti per la nostra salvezza e felicità eterne. Attraverso il mutamento di cuore, il nostro desiderio di sapere aumenta, lasciando così spazio alla conversione, mediante lo studio delle scritture, la preghiera e la rivelazione personale. Ognuno di noi prima o poi, riceverà l’invito a venire a Cristo per il potere dello Spirito Santo. Il pentimento, la fede, il battesimo per immersione ed il dono dello Spirito Santo, renderanno la conversione un’opera completa. Quindi per dirla con le parole di Paolo: “Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie son passate; ecco son diventate nuove” (Cfr,2 Corinzi 5.17).
Quando riconosciamo l’esistenza di Dio e lo invitiamo nella nostra vita, iniziamo il cammino della conversione, diventando persone nuove con priorità diverse rispetto al passato. La natura umana, che sappiamo essere imperfetta, tende ad isolarci dalle cose spirituali, spingendoci erroneamente a credere che i nostri sogni e le nostre speranze siano raggiungibili solo in questa vita. Questo allontanarsi dallo spirito può indurci ad utilizzare il nostro tempo, i nostri sforzi e le nostre risorse soltanto per ottenere e sperimentare quanto più è possibile, prima che questa breve esperienza terrena giunga al termine, come se la natura eterna del nostro spirito fosse destinata a morire allo scadere del tempo. In questo modo sacrificheremo lo scopo più alto e significativo della nostra esistenza, della nostra identità e provenienza spirituale, delle nostre caratteristiche, talenti, passioni, qualità e virtù. Come si legge nel Catechismo della Chiesa Cattolica per Adulti: “Il regno di Dio non si impone in modo clamoroso e spettacolare, come la gente immagina che debba succedere. Non viene in un istante. Non risolve magicamente tutti i problemi. Si propone piuttosto alla nostra cooperazione. Per sperimentarlo, bisogna accoglierlo attivamente, bisogna convertirsi. E, comunque, si tratta sempre di una esperienza germinale, destinata a compiersi perfettamente solo nell’eternità” (cfr. CCC 123). Ma prima di un atto di scelta radicale che indichi un cambiamento di mentalità, di direzione di vita, è necessaria che si attui una nuova e necessaria mutazione: è necessario il cambiamento del “cuore”!
Non è facile descrivere cosa sia veramente la conversione del cuore. Non è qualcosa che proviene dall’esterno, come quando si mette un abito per coprire il corpo (il quale rimane tale lo stesso). No, la conversione del cuore è un totale capovolgimento del modo di pensare, di sentire, di percepire. Prima di tutto è una semplificazione del pensare, nella mente, che da contorta diventa genuina, trasparente, chiara. “Più ci avviciniamo a Dio, più ci facciamo semplici” (S. Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo). Poi cambia anche il modo di amare e l’oggetto dell’amore.
Nella vera conversione si ama Dio in sé, perché Egli ci ha amati per primo ed accogliamo il suo amore con gioia. In questo modo gustiamo il suo amore, che è un profumo soave e non ci stanchiamo mai di contemplarlo riposando
tra le sue braccia. La vera conversione richiede che l’oggetto dell’amore sia sempre come una fiamma che resta accesa, viva. Mentre prima si ricercava il piacere nelle cose terrene, ora queste cose non ci soddisfano e ci lasciano l’amarezza in bocca, in quanto prendiamo coscienza della loro incapacità di soddisfare un bisogno infinito di amare e di sentirsi amati. La vera conversione ci fa scoprire che Dio è una fonte inestinguibile e che disseta sempre. Egli solo illumina le creature che guardavamo in modo egoistico. Nella conversione ogni cosa è riconducibile a Lui e l’anima non smette mai di amare Colui che ha creato tutto. Allora ogni nostro atto d’amore diventa Gioia. L’anima convertita è innamorata di Dio e trova la sua gioia nell’operare per Lui, solo per Lui. E’ contenta di vedere contenti gli altri. E’ contenta quando gli altri lodano Dio. Visita i malati e gli anziani semplicemente perché vede in essi il suo Signore che vuole glorificare. Chi si converte non pensa al successo personale, anzi lo sfugge come un grosso pericolo. Vuole solo il trionfo dell’amore nell’umiltà. Qualsiasi cosa faccia lo fa per glorificare Colui che ama sinceramente e che desidera venga amato da tutti coloro che incontra.
Chi si converte realmente non giudica più nessuno, ma sa invece compatire le debolezze e le fragilità degli altri come Dio fa con lui.
Chi si converte non desidera trarre il vantaggio dagli altri strumentalizzandoli. Sa che in tutti è riflessa l’immagine e la somiglianza di Dio e in tutti vede non tanto i difetti fisici e morali che appaiono, ma il “figlio di Dio” che diventerà con la grazia del Signore.
La vera conversione implica una totale libertà interiore, perché solo in Dio si è liberi. “Ama e fà ciò che vuoi” di Sant’Agostino sintetizza bene le predisposizioni di colui che si lascia trasformare dallo Spirito Santo. Chi ama Dio in semplicità e veramente, ama se stesso, il prossimo e ogni cosa nella natura creata. Smette di giudicarsi, se ricade nelle proprie fragilità, è capace di avere il coraggio di chiedere aiuto per rialzarsi, accetta ogni momento della sua vita, gioia e pianto, dolore e angoscia, solitudine e condivisione perché ha fiducia nel Signore, e perché sa che lo trasformerà plasmando la sua anima fondendola come l’oro nel crogiolo, fino al grado di divinizzazione voluto da Dio.