“Ave, O Maria, abbi pietà di noi”
Mese mariano e devozione mariana: tra tradizione e mistero
Tra le molte devozioni di cui si fregia la tradizione della Chiesa in tempi liturgici particolari e in alcuni mesi particolari, non possiamo non dare uno spazio alla nostra meditazione, portando all’attenzione di chi ci vuole leggere, quella che da secoli è rivolta a Maria, Madre di Dio e Nostra Mite e Tenera Madre Celeste. Per iniziare abbiamo a cuore trasmettere quelle che sono state le tradizioni familiari che hanno accompagnato la crescita, facendo sì che, Maria, l’Umile, l’Ancella senza macchia, la Corredentrice, divenisse nel tempo, porto sicuro, rifugio e conforto. Quando parliamo della fede, non possiamo non mettere in evidenza, quella che saggiamente appartiene alla cultura della propria famiglia, alle modalità di viverla questa fede e che poi, da grandi, spetterà ad ognuno, custodirla, elaborarla, comprenderla, accoglierla, viverla. Inutile negarlo, la fede è trasmessa, ma soprattutto è “dono di grazia”! Non si impone, ma la si chiede! Non si obbliga ma va scelta! Non è arrogante, ma si nutre di umiltà. Ricordi girano nella mente in questo inizio di mese, maggio appunto, così caro alla moltitudine di coloro che vivono una fede semplice, senza fronzoli, senza troppa e soffocante teologia, che aiuta alla comprensione celebrale delle tesi, ma si discosta, certe volte, da quello che è il collettivo del vissuto, in semplicità, dai più. “Nonna Anna”, per voi un volto sconosciuto, raccontava alla sua nipotina adorata la bellezza del pregare la Madonna, diceva con occhi commossi e viso illuminato al pensiero di Lei: “Lei ti ascolta sai, tu pregala così: Ave Maria piena di grazia il Signore è con Te, tu sei benedetta tra tutte le donne e benedetto è il frutto del tuo seno Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori adesso e nell’ora della nostra morte. Così sia!!!”. Ecco che ogni bimbo, ogni fanciulla, ogni ragazzo, ogni adolescente, riceve piccoli, preziosi insegnamenti che crescono misteriosamente e portano, per gradi, alla conoscenza del sapere del cuore. Ma lasciando per un secondo da parte il sentimento del cuore, desideriamo condividere alcune “riflessioni del cuore” su quello che rappresenta questa devozione, su quello che racchiude, sulla prospettiva che apre, non nell’immaginario collettivo, ma nella prospettiva della speranza futura. Una delle definizioni più belle che possiamo abbinare a Maria, è quella che la Venera col nome di “Madre”. Lei è Mamma, anche per tutte quelle mamme che nella realtà non lo sono, non lo saranno. Lei è genitrice di Colui che dona la vita. Pensiamo quale meraviglioso scambio di amore si instaura tra Lei e Gesù, il Figlio, l’Amato. In questa definizione data a Maria, sono racchiuse le più belle ed emozionanti qualità che ad una donna possano essere attribuite. La maternità è una grazia speciale, rende fecondo un grembo che porta alla luce una vita. Che meraviglioso incanto questo mistero. La maternità di Maria, poi, si colora di Grazia e di benedizione in virtù del Suo grembo che sarà arca dell’alleanza tra l’antica speranza e la nuova che sarà realizzata in Cristo Gesù, Nostro Signore e Salvatore. Molte madri che generano alla vita, la vita nuova, sanno che emozioni si possono provare nel dare alla luce una creatura che sa di te, di quel noi che è il risultato di un grande, sconfinato amore. Ve ne sono altre che non hanno generato per tantissime ragioni, ma riescono ugualmente a far sentire la loro maternità in virtù di una dolcezza che le rende feconde senza generare dal grembo. Maria Racchiude in sé, ogni tenerezza, ecco perché l’altra definizione che desideriamo lasciare alla riflessione di tutti, è quella di Maria Madre della Tenerezza. Come può una madre dimenticarsi di un figlio? Anche se dovesse succedere io non vi dimenticherò, si legge in qualche passo della Scrittura. Infatti è proprio così che accade! A Cristo per Maria. Non si può salire sulle vette della spiritualità se non si prende a modello, Lei, Maria. Donna del silenzio, Donna dell’obbedienza, Donna della fiducia, Donna della speranza, Donna della presenza cieca e fiduciosa al di là del dolore e della morte. Maria è Maestra! Sì, insegna col suo esserci, con la Sua presenza. Vive quasi all’ombra ma c’è sempre nei momenti più importanti della vita del Figlio Suo. Lei è presente quando viene presentato al tempio e accolto nella comunità dei credenti! Lei è presente quando il pericolo minaccia la Santa Famiglia con la strage messa in atto da un folle ammalato di protagonismo, Erode! Lei è presente nella presa di posizione nel Tempio quando Gesù, il Figlio, legge la Scrittura. Lei è presente nella silenziosa vita a Nazareth, sostenendo, abbracciando, facendo sentire la Sua affettività ad un Figlio che sta aspettando la sua ora per dire al mondo dell’Amore del Padre, Lei è Colei che accoglie! I figli, i fratelli che cercano la salvezza. Lei è Colei che aprirà la Chiesa nascente al mondo, Lei è la Madre che conosce il dolore, nell’ora più buia della vita. Maria è e sarà la mano tesa per coloro che si dimostrano bisognosi di perdono, di misericordia, di pietà, di desiderio di guarigione, di desiderio di sequela, di desiderio di amore. Maria è la tenerezza di Dio, e tutte le volte che guardiamo la Madonna, sentiamo nel nostro cuore la carezza di Dio. La Madonna non è un semplice optional della nostra vita di fede, ma è la colonna fondamentale della vita spirituale ed è “la ragione della nostra vita”, come scriveva san Bernardo. La Sua “immacolatezza” ci fa comprendere che nulla è impossibile a Dio.
Concludiamo questa meditazione con una bellissima preghiera di san Francesco di Sales: “Ricordati e rammentati, o dolcissima Vergine, che Tu sei mia Madre e che io sono Tuo figlio; che Tu sei potente e che io sono poverissimo, timido e debole. Io Ti supplico, dolcissima Madre, di guidarmi in tutte le mie vie, in tutte le mie azioni. Non dirmi, Madre stupenda, che Tu non puoi, poiché il Tuo amatissimo Figlio ti ha dato ogni potere, sia in cielo che in terra. Non dirmi che Tu non sei tenuta a farlo, poiché Tu sei la Mamma di tutti gli uomini e, particolarmente, la mia Mamma. Se Tu non potessi ascoltare, io Ti scuserei dicendo: «è vero che è mia Mamma e che mi ama come Suo figlio, ma non ha mezzi e possibilità per aiutarmi». Se Tu non fossi la mia Mamma, io avrei pazienza e direi: «ha tutte le possibilità di aiutarmi, ma, ahimè, non è mia Madre e, quindi, non mi ama». Ma invece no, o dolcissima Vergine, Tu sei la mia Mamma e per di più sei potentissima. Come potrei scusarti se Tu non mi aiutassi e non mi porgessi soccorso e assistenza? Vedi bene, o Mamma, che sei costretta ad ascoltare tutte le mie richieste. Per l’onore e per la gloria del Tuo Gesù, accettami come Tuo bimbo senza badare alle mie miserie e ai miei peccati. Libera la mia anima e il mio corpo da ogni male e dammi tutte le Tue virtù, soprattutto l’umiltà. Fammi regalo di tutti i doni, di tutti i beni e di tutte le grazie che piacciono alla SS. Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo. Amen”.
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