“Misericordias Domini in aeternum cantabo”
Canterò in eterno le sue Misericordie… La Misericordia produce salvezza
La festa che si celebra oggi, nel giorno della Divina Misericordia, ci fa pensare ad una delle più belle ed emozionanti qualità attribuite al Signore: la sua Divina Misericordia. In questa domenica, la prima otto giorni dopo la Pasqua di Risurrezione, viene inserita da Papa Giovanni Paolo II nel 1992, sostituisce così quella dicitura che a questo giorno veniva in precedenza affidata, ovvero la “Domenica in Albis”. Questa devozione è legata a una donna, una suora polacca, il culto spirituale della divina misericordia, rilanciato da papa Wojtyla, e per il quale papa Bergoglio ha voluto una veglia di preghiera. Maria Faustina Kowalska, nata nel 1938 e proclamata santa il 30 aprile 2000 da Giovanni Paolo II, ricevette rivelazioni e visioni, le stigmate, il dono dell’ubiquità e della profezia, il suo Diario spirituale è oggi tradotto in 10 lingue. Nacque nel 1905 nel villaggio di Glogowiec, terza di 10 figli, fin dall’infanzia disse di aver sentito la vocazione religiosa, ma solo a 20 anni, dopo essersi procurata lavorando come domestica la dote e il corredo che a quei tempi erano necessarie per l’ingresso in un monastero, poté entrare nel convento delle suore della Beata Vergine Maria della Misericordia, a Varsavia. Cominciarono così rivelazioni e visioni di Cristo, e il mandato di diffondere il culto per un attributo di Dio, la misericordia, da celebrare ogni anno la prima domenica dopo Pasqua. La breve considerazione che faremo con la nostra riflessione, intende mettere in evidenza due aspetti, partendo da alcune domande. Quante volte, negli ultimi giorni, hai ringraziato Dio per la sua misericordia nei tuoi riguardi? Quante volte hai pensato alla misericordia di Dio nei tuoi confronti? Molto spesso, manchiamo la gioia della nostra salvezza, proprio perché non pensiamo abbastanza a tutto quello che abbiamo in Cristo. Tutti i benefici e le benedizioni che riceviamo, le riceviamo per mezzo della misericordia di Dio. Grazie alla misericordia di Dio non siamo distrutti, anzi siamo benedetti. Però, fino a dove arriva la misericordia di Dio? In altre parole, nella sua misericordia, Dio interviene e ci cura solamente nelle cose più grandi della vita, oppure, la sua misericordia arriva anche nel curarci nelle cose più piccole? Se dovesse curarci solamente nelle cose grandi, lasciandoci arrangiare nelle cose piccole, sarebbe già una grazia meravigliosa. Però, è così? Dio si limita a curarci solamente nelle cose grandi della vita, oppure ci cura anche nei piccoli dettagli della vita? Partendo da questi versetti possiamo iniziare a capire cosa e come si manifesta questa qualità di Dio per noi: “29 Non si vendono forse due passeri per un soldo? Eppure neanche uno di loro cade a terra senza il volere del Padre vostro. 30 Ma quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. 31 Non temete dunque; voi siete da più di molti passeri” (Mt 10.29-31). Queste frasi del Vangelo di Matteo, indicano principalmente due cose importanti: la prima la presenza attiva e operante di Dio nella creazione, la seconda che ogni cosa che riguarda le creature, come può essere i capelli del capo, non sono affatto motivo di distrazione o disinteresse, da parte di Dio, ma hanno grande grandissima importanza. La misericordia di Dio Lo spinge a curarci anche negli aspetti più piccoli della nostra vita. La cura di Dio arriva perfino a controllare quanti capelli abbiamo in testa. Quando Dio ha misericordia di una persona, la sua misericordia tocca ogni campo della sua vita. Possiamo riconoscere la sua misericordia ogni giorno, in mille modi. Vediamo la misericordia di Dio nel fatto stesso che Egli vuole salvare. Vediamo la misericordia nella cura fisica e pratica degli uomini che sono vasi di misericordia. Ma l’atto più grande di misericordia, l’opera di valore infinito, è la misericordia che Dio ha avuto per noi di mandare Gesù Cristo in croce per sollevare noi da eterna condanna. Ogni bene che ci arriva viene da Dio. Quando un’altra persona ci fa del bene, è perché Dio, nella sua grande misericordia, ha messo sul cuore di quella persona di farci del bene, e poi, ha provveduto per quella persona tutto quello che le serviva per farci del bene. Quindi, ogni bene viene da Dio. Dobbiamo capire che Dio ci mostra la sua bontà e misericordia per farci credere in Lui. La misericordia sgorga solamente da un cuore che sa amare. Senza l’amore è impossibile provare compassione ed accorrere in soccorso dell’altro. Solamente l’amore può compiere questo miracolo ed è quella realtà che ti fa simile al sole, ti fa risplendere e ardere, ed è un’inestimabile ricchezza che ti spinge ad agire comunque e sempre. È nella misericordia che l’amore esprime se stesso ed è nell’atto di misericordia che il linguaggio dell’amore si esprime nella radicalità del suo libero donarsi. In Dio si esprime l’amore puro e sublime, dove ogni cosa assume il suo significato attraverso l’amore operante. La stessa creazione che è portatrice di gioia e di gaudio ne attesta le meraviglie e la sua finalità. Tuttavia il linguaggio dell’amore è misterioso e in gran parte ineffabile e sempre nuovo, come il respiro della vita o come il battito del cuore. L’amore non sarà mai una necessità dialettica oppure una struttura della materia, ma sarà sempre la conseguenza della libertà. In quale luogo posso cercare l’Amore, dove parla di se stesso svelandone il suo mistero, la sua essenza e la sua presenza? Questo luogo è il Vangelo dove troverai il comando: tu devi amare. La meraviglia dell’amore come scrigno di pietre preziose si offre alla richiesta di parole di vita eterna. La parola nuova che è messa in rilievo è la riconciliazione perché si colloca al centro della possibile comunicazione dell’umano con Dio. Secondo il ragionamento della giustizia umana, è l’uomo che avendo offeso Dio, deve fare il primo passo per riconciliarsi con Lui, che è la parte offesa. Invece avviene il contrario perché è Dio che viene incontro all’uomo per cercare di riconciliarlo con sé.
Misericordia come viene attribuita da queste parole di sant’Agostino: “Tutto il vostro servizio prende senso e forma da questa parola ‘misericordia’, parola latina il cui significato etimologico è “miseris-cor-dare” = “dare il cuore ai miseri”, quelli che hanno bisogno, quelli che soffrono”.
Desideriamo terminare ringraziando per i doni della Misericordia con una piccola preghiera che sgorga dal cuore e che dice semplicemente “Grazie”. “Quando un’anima si unisce così intimamente alla Misericordia, alla cui luce riconosce il suo nulla e vede quanto ne sia stata perdonata, non posso credere che non sappia anch’essa perdonare a chi l’ha offesa. Siccome le grazie e i favori di cui si vede inondata le appaiono come pegni di amore di Dio per lei, è felicissima di avere almeno qualche cosa per testimoniare l’amore che anch’ella nutre per Lui» (S. Teresa d’Avila, Cammino di Perfezione [Ed. di Valladolid] XXXVI, 12).