Oggi è un giorno molto particolare, tutti fanno un bilancio di questo anno che volge al termine. Sui social, si moltiplicano i messaggi, i commenti, gli auguri…per il nuovo anno. Prima di scrivere questo articolo, che più che un articolo è un pensiero, uno stato d’animo reso pubblico, ho aspettato e riflettuto molto. Il 2018 che anno è stato? Un anno come tutti gli anni passati, ci sono stati gioie e dolori, avvicinamenti ed allontanamenti, amicizie e rotture, salute e malattie, nascite e morti. Se ci pensiamo bene ogni fine di anno ci auguriamo che il prossimo sia migliore, cerchiamo di buttare via il passato come se potessimo farlo con un colpo di spugna. Pensiamo al nuovo anno come una nuova vita, una nuova opportunità. Ogni anno porta con sè le nostre azioni e gli avvenimenti che spesso sono inspiegabili, inaccettabili, irripetibili, ineguagliabili. Tutto ed il contrario di tutto. Siamo come una barca in mezzo al mare e le onde sono gli avvenimenti del mondo, di ciò che ruota intorno alla nostra esistenza. Affrontiamo il mare in tempesta fino al mare calmo. Potrei scrivere molto su quello che il 2018 è stato per me, come potreste scriverlo voi cari amici lettori. Ma lascio al cuore di ognuno di noi i propri ricordi più cari pensando che tutto il bene fatto tornerà sempre e comunque, magari non dalle persone al quale lo abbiamo fatto ma tornerà comunque ad illuminare i nostri passi, così come sono fermamente convinta che il male che viene fatto…purtroppo tornerà anch’esso. Gli anziani dicono: “Male non fare e paura non avere”. Il mio augurio è che possiamo ricordare il 2018 come un anno che fa parte della nostra vita sia nel bene che nel male, quindi grazie a questi 365 giorni, senza dei quali non potremmo essere le persone che siamo oggi.
Di Consuelo Noviello
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